Una volta avevo un vicino di casa che tirava. Si alzava la
mattina e tirava, camminava per il corridoio e tirava, guardava la televisione
e tirava, cucinava e tirava, si faceva
la barba e tirava, scopava con la moglie e tirava, andava al parco e tirava, andava
in bagno e tirava, mi incontrava per strada e tirava. Non faceva altro nella
sua vita se non tirare. Tirava, tirava e tirava. Una volta mi aveva proposto di
tirare, gli ho risposto che non potevo perché dopo mi avrebbe spinto, poi sono
entrato in casa, e tirò. Qualche tempo
fa la moglie gli ha messo le corna col tipo del bar di sotto, li ho visti, li
ha visti. Anche in quel momento tirava. Quando la moglie è tornata a casa gli
ha detto che era meglio per tutti se tirasse anche lei, così fanculo tutto; lei
ha tirato. Avevano un figlio di diciotto anni, lui ancora non tirava, aspirava
soltanto. La mattina quando lo incrociavo per le scale mi guardava con occhi
spenti e rideva. Non ho mai capito di cosa ridesse, naturalmente dopo aspirava.
Un giorno tutti e tre sono usciti di casa per andare chissà dove, lui tirava,
lei no, il figlio aspirava. Sono tornati
diverse ore dopo; tutti e tre erano molto seri in faccia, lo so perché li ho
incontrati in corridoio. Nessuno di loro tirava o aspirava. Non parlavano. Sono
entrati in casa e ciao. Fu l’ultima volta che li vidi. Si perché mi trasferii
in un’altra città.
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