domenica 2 dicembre 2012

Mia piccola puzzola

Ciao mi chiamo Valenina e avevo un ragazzo molto carino. Si chiamava Giulio e aveva gli occhi neri, i capelli neri e indossava sempre una maglietta nera. Ascoltava musica molto brutta, almeno per me e giocava a carte tutta sera con gli amici nella mia cucina.
Dopo che facevamo l'amore mi guardava e mi diceva "ti amo piccola puzzola". Io gli sorridevo e gli davo un bacio, poi fumava una sigaretta e  andava a chiudersi in bagno. 
Il mio piccolo Giulio. Lo amavo, e gli sorridevo sempre.
Ma per quale cazzo di motivo doveva chiamarmi puzzola?! Era una cosa che odiavo, lo volevo uccidere quando mi dava della puzzola. Puzzola un animale che puzza. Gli avrei conficcato un coltello in petto o tagliato quella schifosa lingua! 
Però lo amavo.
Ogni giorno mi portava dei fiori a casa, mi sorrideva e mi diceva con quella sua voce da gran uomo d'affari "sono per te puzzola", io gli sorridevo e lo abbracciavo. Era gentile il mio Giulio. 
Ma puzzola non lo sopportavo! Sognavo come poterlo uccidere, avevo pensato a un cacciavite in un occhio, o anche dell'acido in faccia. 
Era bello il mio Giulio.
Quando si sedeva sul divano si toglieva le scarpe e le poggiava vicino alla porta dell'entrata, io mi sedevo accanto a lui e gli facevo qualche massaggio. Belli i suoi piedi, avevano un bel collo quasi non sembravano quelli di un uomo. 
Ma avrei una cosa da confessare: odiavo massaggiargli i piedi, quegli schifosissimi piedi con i peli alle dita! Puzzavano e non riuscivo a respirare, ma gli sorridevo. E li stravaccato su quel divano a guardare la tv aveva anche la compiacenza di scorreggiare, e non una volta che mi chiedesse scusa. Uomo schifoso! Lo odiavo con tutta me stessa. 
Ma io amavo il mio piccolo Giulio, lo amavo. Il mio amore era così grande che un giorno ho deciso di fargli una regalo, un bel regalo.
Una sera gli avevo preparato una cena, era una cena perfetta. La tavola ben sistemata, candele accese, della musica d'atmosfera, c'era anche un vento che spostava la tenda del salotto. E io gli avevo preparato una bellissima sorpresa, solo per lui.
Arrivò a casa con due minuti di ritardo, ma gli sorrisi e lo baciai. Era tutto perfetto. 
si sedette a tavola e gli portai la cena. Pollo all'arancia, e una torta magnifica al cioccolato,avevo fatto tutto io con le mie mani. Io la puzzola!  
Era sazio il mio bel Giulio. Facemmo l'amore, fu meraviglioso quasi vedevo il paradiso. Alla fine Giulio mi disse "ho mal di pancia piccola puzzola, ti amo", gli sorrisi e lo baciai. Si fumò una sigaretta e andammo a dormire. Adesso gli sto accanto sul letto lo accarezzo e gli sussurro che lo amo ma lui non mi risponde. Il mio povero Giulio. Il sangue gli cola dalla bocca, e i suoi occhi sono velati. Penso di avere esagerato con la polvere di vetro che ho messo nella torta.

giovedì 26 luglio 2012

Il mio vicino tirava....


Una volta avevo un vicino di casa che tirava. Si alzava la mattina e tirava, camminava per il corridoio e tirava, guardava la televisione e tirava,  cucinava e tirava, si faceva la barba e tirava, scopava con la moglie e tirava, andava al parco e tirava, andava in bagno e tirava, mi incontrava per strada e tirava. Non faceva altro nella sua vita se non tirare. Tirava, tirava e tirava. Una volta mi aveva proposto di tirare, gli ho risposto che non potevo perché dopo mi avrebbe spinto, poi sono entrato in casa,  e tirò. Qualche tempo fa la moglie gli ha messo le corna col tipo del bar di sotto, li ho visti, li ha visti. Anche in quel momento tirava. Quando la moglie è tornata a casa gli ha detto che era meglio per tutti se tirasse anche lei, così fanculo tutto; lei ha tirato. Avevano un figlio di diciotto anni, lui ancora non tirava, aspirava soltanto. La mattina quando lo incrociavo per le scale mi guardava con occhi spenti e rideva. Non ho mai capito di cosa ridesse, naturalmente dopo aspirava. Un giorno tutti e tre sono usciti di casa per andare chissà dove, lui tirava, lei no, il figlio aspirava.  Sono tornati diverse ore dopo; tutti e tre erano molto seri in faccia, lo so perché li ho incontrati in corridoio. Nessuno di loro tirava o aspirava. Non parlavano. Sono entrati in casa e ciao. Fu l’ultima volta che li vidi. Si perché mi trasferii in un’altra città.
Poco tempo dopo sono venuto a sapere che dalla loro porta si sentiva puzza di marcio. Credo che lui si fosse addormentato tirando, e loro non se ne erano accorti. Adesso la mia vicina di casa una vecchia rompipalle, che tiene in casa non so quanti gatti. Lei guarda la televisione e basta, non tira.