sabato 17 settembre 2011

Passeggiata Notturna




La musica suona fuori dal locale, la luce è soffusa, i lampioni illuminano solo parte del marciapiede, un uomo, solo, vestito di nero, attraversa la strada , sta tornando da casa della madre,  adesso è diretto verso un vicolo  buio, cammina a passo spedito. Tac tac tac. Il rumore delle sue scarpe echeggia per tutta la piazza. Si volta un attimo per vedere se c’è qualcuno lì vicino , ma non c’è nessuno che lo possa riconoscere, e tutte le finestre delle case sono chiuse e con le luci spente.

Tac, un altro passo verso il vicolo buio, in lontananza il rumore di una macchina. L’uomo si ferma, in una angolo buio per non farsi vedere, la macchina passa avanti. Wrooom! Il rombo del motore ora è lontano. L’uomo esce dall’ombra e continua a camminare a passo lento, un piede avanti l’altro. Tac….tac….tac. Colpisce con una piccola pietra, con la scarpa nera, di pelle. La pietra rotola verso il marciapiede e lì si ferma. L’uomo la guarda un attimo, pensa a qualcosa, ricomincia subito a camminare. Tac…tac.
È tutto buio alcuni lampioni si sono spenti, l’uomo ne è contento, il buio è il suo compagno più fidato. Si toglie la giacca di dosso, ha caldo, prende un fazzoletto dalla tasca e si asciuga la fronte. Non sa ancora chi incontrerà in quel vicolo buio. Ma dalla telefonata aveva capito che si trattava di una donna, o forse la voce era stata alterata. Non lo sa e non ci pensa più. Tac… tac.  Un altro passo lo avvicina a quel vicolo, sente ridere , è una giovane coppia che si avvicina a lui, non sa che fare, abbassa il cappello per coprire un po’ il volto, ma i due non badano alla sua presenza e si siedono su una panchina lì vicino, non sanno che è lì.  I due si guardano e si baciano, l’uomo si tranquillizza e va avanti, ormai è quasi arrivato, suda ancora, ma sente che il cuore inizia a battere più forte. Bumbumbum. Va veloce. Perché? Non ne ha motivo, ma forse dentro di se sa che qualcosa succederà. Ormai è quasi arrivato, manca poco. Bum tac bum tac bum, è a due passi dal vicolo, è vicino a scoprire cosa succederà tra qualche minuto. Pochi istanti ancora. Il lampione a cui è vicino si accende e si spegne, sta per entrare nel vicolo. Li sente, sono dei passi che avanzano nel vicolo, ora si sono fermati. Tac… tac. Si blocca per ascoltare se c’è qualcuno, niente, va avanti, entra nel vicolo. Il buio è totale, ma gli è amico. Bum…bum, tac. Un ultimo passo e un insegna blu si accende nel vicolo, non legge bene cosa c’è scritto, si avvicina ancora un po’. Ora vede bene l’insegna dice BAD, il rumore della corrente elettrica e degli insetti che girano in torno alla scritta lo infastidisce. Ecco un ombra che si allunga verso di lui. Mette la giacca, sente un po’ di freddo adesso. Tac…tac.  Non sono i suoi passi. L’ombra è sempre più vicina, e lui rimane lì, fermo per capire, non vede nessuno. Bum…bum…bum. I battiti del cuore sono più lenti. Aleggia uno starno silenzio. La luce di una sigaretta accesa nel buio. L’uomo cerca di vedere nell’oscurità. Un braccio coperto da un lungo guanto nero esce dall’ombra. BAM BAM! L’uomo guarda con gli occhi spalancati chi gli sta davanti, cade a terra e il sangue scivola dal suo corpo formano una pozzanghera. Ogni cosa gira, la musica del locale in fondo al vicolo continua a suonare, nessun amante è più seduto sulla panchina fredda. Nessuna macchina passa più per quella strada. Il braccio coperto dal guanto è ancora lì, del fumo esce dalla canna della pistola. Un altro tiro di sigaretta. La luce dell’insegna si spegne. Nessuno nel buio della notte ha sentito qualcosa. Il silenzio regna nel vicolo. BAM! Nell’oblio della notte la morte si è fatta viva.


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