"Allegria, allegria miei giovani signori! Dopo tutto non è morto nessuno!" disse il clown sorridendo con la sua enorme bocca. L'uomo accanto a me estrasse una pistola e sparò al pagliaccio che stava ridendo a crepa cuore.
Poveretto, finì stramazzato a terra; il sangue che fluiva fuori si espandeva su tutto il pavimento, sembrava quasi non dovesse smettere di uscire più dalla testa sfracellata di quell'essere ormai orribile. Nessuno si mosse per fare qualcosa: osservammo con molta indifferenza la scena.
Poco dopo sentii che qualcuno mi toccava le spalle, girai la testa di scatto.
Era una bellissima donna che aveva occhi gelidi come la morte, non riuscivo a fissarli neanche per un secondo. Poi questa spostò con la mano una ciocca che gli era caduta davanti agli occhi e mi disse:" non trovi affascinante tutto ciò?". Le feci cenno di si con la testa. Lei distolse lo sguardo e un brivido mi passò per tutto il corpo. Mi girai verso il palco. Il clown era ancora là, ma attorno a lui si erano riunite delle donne vestite di nero. Fui scosso da un altro brivido. Ebbi un attimo di paura.
Guardai l'uomo accanto a me, stava fumando una sigaretta con la stessa calma che può avere un tizio appena sveglio. Mi sorrise, i suoi denti erano bianchi. Mi girai di nuovo, guardai l'orologio, erano le undici e ventitre. Guardai nuovamente verso il palco. Stavolta il clown non c'era più, e anche le donne in nero erano scomparse. Le luci erano spente. Mi alzai e mi diressi all'uscita. Dietro di me sentii una voce dire: "stia attento, la vita è solo un fugace momento, la morte può essere ovunque". Andai dritto senza girarmi.
Fuori dal tendone c'era la notte, il cielo era stellato; guardai intorno se c'era qualcuno intorno oltre a me: no, peccato. Ricominciai a camminare. Volevo tornare a casa.
Parecchio criptico come racconto! Ma molto ben scritto.
RispondiEliminaI pagliacci sono più tristi da vivi che da morti, poi.